[La brugola del Romeo – 11ª tappa] Proseguono le cronache del Giro d’Italia vist…


[La brugola del Romeo – 11ª tappa] Proseguono le cronache del Giro d’Italia visto da La Bottega del Romeo – dal 1935 | in esclusiva su La Repubblica delle Biciclette

“Dainese vittorioso in volata, è la rimonta dei pensieri belli contro la mediocrità” – di Lorenzo Franzetti ⚙️

#AlbertoDainese che rimonta tutti e vince, regala quella sensazione di magia, come se noi, in bottega, guardando la tivù, avessimo i superpoteri di un alieno, quella capacità di trasformare in verità la fantasia e i pensieri. Il velocista straniero di turno lanciato e destinato a cogliere il successo, il giovane italiano, quello che meriterebbe che resta nelle retrovie, chiuso o frenato da qualcosa di strano o di storto: sembrava già scritta, la trama sul traguardo di Reggio Emilia. E, invece, come per magia, con la forza del pensiero siamo riusciti in tanti a far rimontare a Dainese anche l’ultimo favorito per alzare, lui italiano, finalmente, le braccia al cielo. Ok, il merito è tutto del ragazzo padovano, ma davanti alla tv, realtà e sogno possono sovrapporsi.

In bottega, il Giro che approda nel cuore della Pianura Padana è un sottofondo rassicurante, con le voci dei telecronisti, in un pomeriggio di lavoro nel quale tengono banco catorci al limite della legalità, ai quali il “nostro” Armando prova a ridare senso per riportarli a essere biciclette in grado di viaggiare su una strada. Se decidessimo di applicare a questo genere di lavori i costi di mano d’opera del più generoso elettricista o idraulico, quei catorci rinati arriverebbero a costare quanto una Pontiac del ’75 con anche il tenente Colombo incluso. Rimane vivo, tuttavia, il pensiero del nonno Romeo che per prima cosa ci vuole passione e senso del dovere per consentire di pedalare anche a persone che non possono spendere, che hanno necessità di vario tipo.

Certo, le cose oggi sono molto cambiate dagli anni Cinquanta, il più delle volte, le bici ridotte a catorci sono semplicemente “vecchie signore in acciaio” dimenticate in qualche soffitta o ridotte a rottame per incuria. Però, si continua a far prevalere la vecchia filosofia, contando sul fatto che una bici in più utilizzabile equivale a un’auto utilizzata meno. Oppure, un ciclista ritrovato è potenzialmente un automobilista responsabile in più. Perché se andare in bici diventa un’abitudine, si impara a conoscere un altro punto di vista della vita quotidiana.

Punti di vista. Dainese che rimonta tutti è il sogno immaginato di molti telespettatori, noi compresi, ma è anche l’incubo di Gaviria, che per l’ennesima volta viene battuto e questa volta senza scuse o attenuanti. Mentre Dainese festeggia, Gaviria s’interroga sul suo presente e sul suo futuro di corridore.

Mentre il Diego e l’Armando sorridono, sferruzzando cacciaviti, io mi confronto con una signora imbellettata che si approccia alle bici con una certa diffidenza. Vorrebbe tornare a pedalare, ma a questa scelta (per me importante) lei dà un valore molto basso: «Non voglio una bici esagerata per me», ma non è chiara la sua idea di esagerazione.

Chiedo cosa cerca, vorrebbe ritrovare certe sensazioni, io propongo una bici leggera, semplice, scorrevole a 350 euro. «Ma no, dai, com’è cara, è davvero troppo».

Mi accorgo che nella mano destra, la signora impugna un I-phone 12 da 800 euro o forse più e mi permetto di farla riflettere: «Sa che questa bicicletta costa meno della metà del suo telefonino? E il confronto non ha proprio storia».

«In che senso?», replica la signora, sorpresa dalla mia confidenza.

«Nel senso che, quel telefonino nel giro di poco tempo diventerà obsoleto, mentre la bicicletta è eterna e in più è un investimento per la sua salute e il suo benessere per i prossimi anni. Perché la bicicletta fa bene alla salute e non passa di moda». Punti di vista: a qualcuno sembrerò un Mastrota della sponda magra, io invece mi sento un Dainese in rimonta, che non accetterà mai lo stupido pensiero dominante che un telefonino sia più prezioso di una semplice bicicletta da donna, ma dimostra il contrario.

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