[La brugola del Romeo – 3ª tappa] la cronaca del Giro d’Italia vista da La Botte…


[La brugola del Romeo – 3ª tappa] la cronaca del Giro d’Italia vista da La Bottega del Romeo – dal 1935 | in esclusiva su La Repubblica delle Biciclette

“A cena con la contessa Dracula e Petacchi. Cipollini non si è presentato” – di Lorenzo Franzetti ⚙️

La domenica non è giorno di bottega, il Giro passa fuori, entra in altre case, soprattutto nei salotti del dopopranzo. Lasagne e lesso alla lombarda sono la premessa di un pomeriggio a base di divano e terza tappa. Diretta integrale televisiva, roba da fregarsi le mani per qualsiasi appassionato di ciclismo, se non fosse, questa frazione, un interminabile rettilineo nella puzsta ungherese, con finale sul lago Balaton, meraviglioso contesto per un documentario del National Geographic, ma un complicato esercizio di equilibrismo tra sonno e veglia per chi si ostina a voler seguire la telecronaca dei coraggiosi Pancani e Petacchi, con l’innesto di esilaranti terze e quarte voci, come tisane digestive.

Non è una critica, ma un’impietosa cronaca vissuta in uno dei tanti salotti di provincia: tutti svegli al primo scatto, con sovraeccitazione comprensibile soltanto per le mamme degli attaccanti di giornata. Niente pennica per la famiglia di Rivi e Bais in Trentino e per la mamma di Tagliani in provincia di Brescia. Per tutti gli altri, inevitabile, l’abbraccio dolce con Orfeo. Anche per il Diego è stato così. Per me, con il lesso sullo stomaco, era scontato. Ho ricordi sbiaditi dell’Ungheria, ricordo vagamente di un Flash Gordon a bordo strada che accoglieva il gruppo mentre Petacchi si confidava con Pancani sulle sue debolezze da corridore, come paziente e analista in diretta tivù. Ricordo di aver perso i sensi, mentre un ciclista con parrucca rosa cercava di sfidare i corridori veri, lui sulla pista ciclabile, gli altri sulla strada accanto. Ricordo i sorrisi e la voglia di stare al gioco dei fuggitivi, mentre questi ciclisti sulle ciclabili si moltiplicavano. Ecco, ricordo proprio le ciclabili, che mi hanno fatto immaginare un’Ungheria molto meglio del mio paese, dove per costruire una ciclabile si litiga da anni.

Una sfida impossibile, la terza si annunciava come una tappa soporifera e così è stata: e i telecronisti hanno fatto di tutto per non cambiare le previsioni. Ma sì dai, tanto per la volata saremo tutti svegli. Petacchi, però, imperversa, ci racconta che lui e Cipollini non hanno mai cenato assieme, Pancani mostra falso interesse, la corsa dorme, l’Italia dorme, io dormo. Mi sveglio per il mio russare e mi riprometto di non cadere di nuovo nel mondo dei sogni, ma non avevo previsto Genovesi, terza voce della diretta Rai, la voce della cultura, una camomilla dopo pasto. Ricordo appena la sua cantilena dolce, a base di fiabe, leggende, ricordo il suo accompagnare il mio pensiero totalmente fuori dal ciclismo, ricordo la storia di una contessa, la contessa Dracula, ricordo che poi non ho più ricordato e mi sono ritrovato in un sogno con la contessa che mi serviva un lesso e attendeva altri due invitati oltre a me: un tale Petacchi e un tale Cipollini, che non volevano cenare assieme. Petacchi c’era ma Cipollini aveva declinato l’invito e ricordo la sua sedia vuota con la contessa scocciata. Il Lago Balaton sì, ma quanto era bello il Lago Balaton, perfetto per il mio navigar nel sonno. Finché mi sveglia il grillo parlante che è in me, con la domanda che si saranno fatti milioni di italiani su milioni di divani: che c’entrano la contessa e il lago Balaton con la maglia rosa?

Sono desolato, quando ho realizzato di non saper rispondere, mi sono svegliato del tutto, ma era già tutto finito. C’era Mark Cavendish che spruzzava spumante, tutto secondo pronostico. Mi sono accertato soltanto che non ci fossero state cadute: tutto a posto, non mi sono perso grossi dettagli, ho onorato la tappa soporifera come, credo, migliaia d’italiani. Ho finito anche io nel gruppo, insomma. Verranno tappe migliori per la cronaca e la mia penna.
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