[La brugola del Romeo – 6ª tappa] Proseguono le cronache del Giro d’Italia visto…


[La brugola del Romeo – 6ª tappa] Proseguono le cronache del Giro d’Italia visto da La Bottega del Romeo – dal 1935 | in esclusiva su La Repubblica delle Biciclette

“Come Diego Rosa, sfidando la mediocrità e la noia” – di Lorenzo Franzetti ⚙️

Un uomo solo al comando, contro tutto e tutti, con la voglia del vento in faccia e di sfidare la logica. Diego Rosa, con la sua bicicletta, ha attraversato la Calabria in balìa del vento e delle critiche che i benpensanti (ce ne sono sempre troppi anche nel ciclismo) si fanno ai folli. Per centinaia di chilometri è rimasto tutto solo, un paio di chilometri più avanti del gruppo: questa, la sintesi della sesta tappa fino a un fotofinish da brividi che ha dato la vittoria al francese Demare su Ewan.

Il Giro nelle case e nelle botteghe ha vissuto una giornata di noia, di sogni di vacanza al mare con l’eccezione di un omino che ha scelto la direzione ostinata e contraria. La tivù dentro la bottega, la bottega dentro una calda giornata di quasi estate, una giornata al lago fatta di scene che sembrano sempre uguali. Solo l’azzurro della maglia di Diego Rosa ha tenuto i pensieri lontano dalla mediocrità, dai pronostici già scritti, da tutto ciò che impedisce di sognare l’impossibile. Non sarei qui in bottega, forse, se non avessi scelto anche io di fare il Diego Rosa, o il Mattia Bais per citare un altro protagonista delle fughe in queste prime tappe del Giro. Provarci sempre, provarci e basta. Per rispetto del pubblico, nel caso dei ciclisti al Giro, per rispetto della vita, nel caso di tutti noi che cerchiamo di assomigliare ai corridori in fuga.

Come un ciclista in fuga della mediocrità, a duecento chilometri dalla bottega, Giovanni Bloisi continua il suo giro della memoria: mentre Diego Rosa colora di fantasia le strade della Calabria, lui è sull’Appennino, al Turchino, con accanto la sua bicicletta e in silenzio si commuove: nel maggio del 44, qui furono assassinate 59 persone, quasi tutti ragazzi giovani, per mano dei nazisti. Bloisi con la sua bicicletta verde e la bandiera della pace dietro al sellino sfida i benpensanti che non nemmeno pensano più, non ricordano più: e va ringraziato. Come Diego Rosa.

Quelli che vanno in fuga, contro la monotonia: mentre il sogno di Rosa finisce e va in scena la volata, arriva in bottega una bella signora affaticata e sorridente. Si chiama Francesca e fa il medico internista. Per una volta, nella vita, ha voluto provarci: è di ritorno, proprio in quel momento, da quattro giorni in fuga. “Ho voluto percorrere tutta la Liguria in bici, da sola”: l’ha fatto con una bici che il Diego costruì più di trent’anni fa. “E siccome non ho dimestichezza con i cambi, l’ho fatta tutta con la corona grande”. In pratica, ha pedalato sempre spingendo un 53. Contro la logica, contro i ragionamenti dei sapientoni della bici, contro il grigiore di chi ha sempre una risposta migliore per tutto. L’ha fatto per se stessa, per vivere un’emozione, per scrivere una storia da poter raccontare per molto tempo. Come Diego Rosa.

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